Percorsi di “storia minore”
Questa foto nascono dalla lettura della raccolta di poesie:“Qualcuno ha suonato” di Izet Sarajlic’ edizioni Multimedia.
Le poesie che più mi hanno coinvolto sono quelle che descrivono i tre anni di assedio di Sarajevo.
La semplicità comunicativa con cui descrive da una parte il dramma e il dolore per la perdita delle persone più care, le sorelle e l’amatissima moglie, dall’altra la mancanza di quei momenti “minori” della vita che la guerra nega. Così prendere un tram e affacciarsi ad un finestrino o per un ragazzo con un triciclo in una piazza aperta, per noi cose scontate, diventano impossibili. Un mercato punto d’incontro e scambio diventa luogo di morte improvvisa. Con Mario abbiamo pensato di ripercorrere quei luoghi e di fotografare questi attimi riconquistati cercando di evitare i segni, ancora evidenti della guerra.
Sono fotografie che potrebbero essere state riprese in qualunque altra città, ma averle scattate a Sarajevo più di dieci anni dopo fine dell’assedio assumono il valore di testimonianza. In Bosnia la situazione è ancora molto difficile e le divisioni sono ancora forti non tanto a Sarajevo in maggioranza mussulmana, quanto in altre città come Mostar dove il fiume divide in due la città i popoli le culture. Sembra che l’equilibrio si regga soprattutto sulla voglia di pace.
Questa almeno l’impressione ricevuta nei pochi giorni del nostro viaggio dalle persone incontrate e con cui abbiamo parlato.
Mauro Fagiani